martedì 31 dicembre 2019

La leggenda di Snegurochka, la “Fanciulla di Neve”

Snegurochka è uno dei personaggi più amati e originali nel vasto panorama del folklore russo. La sua figura leggera ed elegante si è evoluta nel tempo fino a diventare quella che conosciamo oggi, ovvero la ragazza che aiuta Ded Moroz (Nonno Gelo, una sorta di Babbo Natale russo) a consegnare i regali ai bambini la sera di Capodanno. Quest’ultimo particolare è molto importante. Il personaggio fatato di Snegurochka è legato alla fase di passaggio dal vecchio al nuovo anno e non al 25 dicembre, data del Natale cattolico.


Il Capodanno è il fulcro delle festività natalizie per i russi e, in genere, i popoli di religione cristiano-ortodossa. È piuttosto difficile rintracciare con esattezza le origini di Snegurochka. Probabilmente la nascita di questa figura dolce e angelica affonda le radici nei miti slavi pagani legati alle stagioni. Il suo nome significa “Fanciulla di Neve” o “Ragazza di Neve” e la sua popolarità è aumentata enormemente nell’Ottocento, quando Aleksandr Nicolaevič Ostrovskij (1823-1886) le dedicò un’opera teatrale di cui parleremo più avanti. Secondo la leggenda Snegurochka è la figlia (o la nipote, le versioni non concordano) di Ded Moroz (in origine divinità slava legata al freddo) e della Regina della Neve.

In altri racconti, però, la madre di questa fanciulla è la Primavera. A proposito di leggende, ve ne sono diverse sulla sorte di Snegurochka. In una di queste una coppia in là con gli anni vive una vita triste, rimpiangendo di non aver avuto figli. Per gioco moglie e marito costruiscono un pupazzo di neve con sembianze femminili, immaginando la prole che non potranno mai avere. Il pupazzo, però, prende vita sotto i loro occhi grazie all’aiuto di Ded Moroz il quale, non visto, ha assistito alle lamentele della coppia infelice e deciso, così, di dar loro la figlia che tanto desiderano. La ragazza viene chiamata Snegurochka e oltre che bella è anche buona e gentile.

Con l’arrivo della primavera, però, la nostra protagonista si sente sempre più sola, osservando i ragazzi del suo villaggio passare davanti alla sua casa e vivere tranquilli le loro vite. Stanca di rimanere a guardare, Snegurochka si avvicina ai coetanei e un giorno si inoltra nel bosco con delle amiche per raccogliere fiori. Ben presto il sole inizia a tramontare e le ragazze accendono un fuoco che rischiari l’oscurità. Per passare il tempo si sfidano l’una con l’altra a saltare oltre le fiamme. Non appena la ragazza si avvicina al fuoco, la sua figura dall’essenza di neve si scioglie, diventando una nuvola bianca. 

Questo racconto simboleggia il passaggio dall’inverno alla primavera, dal freddo al caldo.
Secondo un’altra versione Snegurochka è figlia del Gelo e della Primavera, ma le è precluso l’amore, pena la morte. Il Sole, infatti, l’avverte. Se il suo cuore verrà sfiorato dai sentimenti, si scioglierà insieme alla sua esile figura. La Primavera cerca di tenere nascosta Snegurchka agli occhi del mondo, ma la fanciulla finisce per innamorarsi di Mizgyr, già fidanzato con la sua migliore amica. Il giovane ricambia il sentimento e la maledizione del Sole si avvera. Snegurochka si scioglie al Sole, mentre Mizgyr, incapace di reagire alla sofferenza, si suicida gettandosi in un lago.

C’è ancora un’altra versione in cui la Fanciulla di Neve è sempre figlia del Freddo e della Primavera e cresce in una fitta foresta, al riparo dai raggi del Sole. Un giorno, però, attirata dalla voce del figlio del pastore, chiede alla madre di potersi unire agli altri giovani e, soprattutto, la capacità di amare. La Primavera acconsente. Snegurochka si innamora, ricambiata, del principe Mizgyr. Quando i due si dichiarano amore eterno, la Fanciulla di Neve viene colpita dai raggi del Sole, sciogliendosi. Anche in questo racconto Mizgyr si suicida, ma stavolta gettandosi nel mare.

Il personaggio di Snegurochka venne associato alle festività natalizie in epoca sovietica. Nell’immaginario collettivo, al di là delle varie leggende che la vedono protagonista, rimane la ragazza a cui è proibito innamorarsi e che durante l’estate deve tornare nel gelido Nord per evitare che il Sole la uccida. Abbiamo accennato alla “Fanciulla di Neve” di Ostrovskij (1873). Per questo lavoro teatrale, con musica di Tchaikovskij, l’autore si ispirò alle fiabe che gli raccontava la sua balia quando era bambino. L’opera del drammaturgo venne poi adattata dal compositore Rimsky-Korsakov e rappresentata per la prima volta a San Pietroburgo nel 1882. 

Ostrovskij, comunque, non fu il primo a raccontare la vicenda di Snegurochka che chiede alla Primavera la possibilità di innamorarsi e di questo suo desiderio è condannata a morire. Prima di lui il folklorista e linguista Alexandr Afanasiev (1826-1871) scrisse un racconto intitolato “Snegurka”, in cui riprendeva la leggenda della coppia che non può avere figli e crea un pupazzo di neve destinato ad animarsi. Sotto il regno dello zar Nicola II la figura di Snegurochka iniziò a cristallizzarsi nell’immaginario collettivo nel modo in cui la conosciamo oggi. Inoltre venne associata alle feste natalizie, vista la sua natura legata al freddo e all’inverno. 
"Snegurochka" di Viktor Michailovich Vasnecov

La Rivoluzione spazzò via le feste religiose e la Russia dovette attendere il 1935 perché la Fanciulla di Neve tornasse a rivivere nel folklore e nel cuore del popolo. Da quel momento il personaggio consolidò le caratteristiche principali con cui viene tuttora rappresentato. Snegurochka, infatti, è ormai solo la nipote di Ded Moroz, ha una pelle bianchissima fatta di neve, gli occhi blu, i capelli biondi e ondulati, le labbra rosse come ciliegie. Questi tratti non sono casuali, ma si rifanno alla già citata leggenda della coppia che desiderava un figlio.

Infatti quando i due costruiscono il pupazzo di neve usano perle blu per gli occhi, un nastro rosso per la bocca e fanno due fossette all’altezza delle guance. Snegurochka non è solo affascinante, ma anche molto raffinata. In passato le leggende la rappresentavano con una corona di perle e argento e un abito lungo. Oggi, si tratti di cartoline, di manifesti, di decorazioni, la Fanciulla di Neve indossa un sontuoso vestito blu, o rosso oppure ancora bianco e sul capo porta un colbacco di fine pelliccia. 

Secondo le leggende più antiche la ragazza era originaria della città di Kostroma (Nord-Est di Mosca), che ancora oggi ne conserva il folklore. L’immagine più moderna, invece, ne ha fissato la dimora a Velikij Ustiug. Snegurochka è un personaggio molto rassicurante, una sorta di tramite tra l’inverno e la primavera e simboleggia l’inevitabile alternanza delle stagioni, la Terra che sembra addormentarsi e morire in inverno per poi tornare a nascere in primavera. 


Bibliografia e Sitografia


https://briefly.ru/ostrovskij/snegurochka/ Afanasiev Aleksandr, "Fiabe Russe", Rizzoli, 2000;

Ostrovskij Aleksandr, "Snegurochka", Planet, 2018, 





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