venerdì 23 febbraio 2018

La Festa del Difensore della Patria

Fonte: Yandex
In Russia il 23 febbraio si celebra una festa molto particolare e importante dal punto di vista storico e sociale: il Giorno dei Difensori della Patria (День защитника Отечества). Molti associano questa ricorrenza alla Festa del Papà, altri la caratterizzano come un corrispettivo della Festa della Donna.

Come vedremo questa giornata è divenuta, col tempo, un’occasione dedicata a tutti gli uomini russi, non solo ai padri e le sue origini ci riportano all’ambito militare e bellico. Il 23 febbraio 1918 (esattamente cento anni fa) vennero arruolati, a Mosca e Pietrogrado, i primi soldati che avrebbero costituito il nucleo dell’Armata Rossa (infatti, fino al 1949, la Festa dei Difensori della Patria era conosciuta come “Giorno dell’Armata Rossa”) e iniziarono i combattimenti contro l’impero tedesco.

Su quest’ultimo punto, però, le opinioni degli storici divergono; alcuni sostengono che il 23 febbraio non vi sia stato alcuno scontro fra russi e tedeschi e l’assenza di documenti storici ne sarebbe la prova. Nel periodo sovietico la ricorrenza cambiò nome, divenendo il “Giorno dell’Esercito Sovietico e della Flotta della Marina Militare”, subendo, così, una trasformazione che mirava ad ampliarne il significato originario.

Il passato veniva ricordato attraverso la celebrazione della forza militare russa, assumendo anche una “veste” propagandistica. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il nome della festa venne di nuovo modificato in “Giorno dell’Esercito russo” e, successivamente, in “Giorno dei Difensori della Patria”.

In questo modo, poco a poco, fu smorzata l’attenzione sul carattere militare della celebrazione, mentre rimase e si rafforzò quello patriottico. Tutti gli uomini russi sono, infatti, dei potenziali difensori della loro patria in caso di aggressione esterna (anche le donne che sono nelle Forze armate, dunque la festa si estende anche a loro) e, nello stesso tempo, tutti i cittadini sentono più forte il legame con la loro terra.

Col tempo il 23 febbraio è stato associato all’8 marzo, benché esista già la Festa Internazionale dell’Uomo che cade il 19 novembre. Come la Festa della Donna, neppure il Giorno del Difensore della Patria è immune dal consumismo che caratterizza la nostra epoca, ma non ha perso nulla della sua storia, del simbolismo di cui è stato caricato negli anni.

In questa giornata le donne, di solito, fanno dei regali agli uomini della loro famiglia e agli amici. I calzini e la schiuma da barba sono i doni più gettonati, tanto da essere diventati una specie di divertente “tormentone”.

Nessuno sa se ciò sia da attribuire a una mancanza di fantasia, a un modo per evitare l’onere della scelta, soprattutto se si ha ancora vivido in mente il ricordo della corsa sfrenata ai regali di Natale di appena due mesi fa, oppure a un budget limitato o, ancora, a tutti e tre questi fattori; quasi tutti gli uomini russi attendono con trepidazione (?) il momento in cui riceveranno un bel paio di calzini, un rasoio, un profumatissimo dopobarba, o una schiuma da barba.

Ironia a parte il 23 febbraio, giorno festivo in tutta la Russia, è da molti anni una data ricca di eventi culturali, di parate e dei superbi fuochi d’artificio che illuminano la capitale.

Se è vero che il tono di questa festa si è alleggerito negli ultimi tempi, è altrettanto evidente la radice spessa e profonda che, quasi fosse un cordone ombelicale, unisce i cittadini di questo immenso Paese all’identità russa più fiera e orgogliosa.

Nessuno può scalfire il rapporto tra i russi e la loro madrepatria; sul tema del patriottismo in Russia si potrebbe scrivere un libro, tanto è lungo, complesso, talvolta circondato da derive estreme.

In un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, in cui gli equilibri tra super potenze stanno cambiando insieme allo scenario politico internazionale, l’attaccamento all’identità nazionale, alle volte, si fa ancora più viscerale: una ricorrenza come quella del 23 febbraio diviene, così, un modo per mostrare al mondo la forza, la virilità e l’orgoglio maschile (qualcuno direbbe anche maschilista e prometto un articolo su questo tema che, data la sua complessità, necessita di una trattazione a parte, altrimenti rischiamo di perdere di vista il vero oggetto del post di oggi) e, nello stesso tempo, di tutto un popolo, per riaffermare il proprio ruolo sullo scacchiere mondiale attraverso l’immagine (pensiamo alle parate militari).

Per questo motivo il Giorno del Difensore della Patria è molto di più del corrispettivo maschile della Festa della Donna. 

Non la Festa dei calzini o della schiuma da barba quindi, ma il ricordo del passato dal punto di vista degli uomini e delle donne russi di oggi, in bilico tra problemi globali e interni, tra una nuova e una più tradizionale concezione del mondo.

lunedì 12 febbraio 2018

Origini e tradizioni della Maslenitsa

"Maslenitsa" di Boris Kustodiev (1919)
Inizia oggi in Russia, Ucraina e Bielorussia la festa di Maslenitsa (Масленица), che durerà per l’intera settimana, fino a domenica 18 febbraio. Maslenitsa viene spesso associata a una sorta di Carnevale russo, dati i numerosi punti in comune tra le due celebrazioni.

Il nostro Carnevale affonda le radici nella Grecia e nella Roma antiche, ovvero nelle celebrazioni in onore di Dioniso (celebrate in primavera) e nei Saturnali (che cadevano tra il 17 e il 23 dicembre).

Questi particolari periodi dell’anno rappresentavano il momento in cui l’ordine sociale poteva essere sovvertito, cioè tutti potevano fingere di essere, almeno per un po’, ciò che non erano e non sarebbero mai stati.

Le rappresentazioni teatrali, l’uso della maschera, l’interpretazione di un ruolo immaginario erano non solo dei divertimenti, ma anche il modo per “sospendere” la realtà quotidiana, spesso tutt’altro che facile, vivere in un mondo in equilibrio (ben stabilito dalle autorità), dove non esistevano più povertà e ingiustizie. Si trattava, insomma, di un “caos regolamentato”.

Queste feste erano strettamente collegate al ciclo di morte e rinascita della Terra, al “viaggio” inarrestabile del Sole nel cielo, all’imminente risveglio della Natura. Tutto ciò è confluito nel Carnevale, evolvendosi, adattandosi alle diverse epoche storiche e all’ascesa del Cristianesimo, cambiando, anche, alcuni dei significati originari.

La Maslenitsa, invece, pur cadendo nella settimana precedente la Quaresima ed essendosi “fusa” con i riti cristiani, come il Carnevale, ha antichissime origini slave. La Chiesa ortodossa preferisce chiamarla “сырная неделя” (Syrnaya Nedelja), che significa “settimana del formaggio”, oppure “мясопустная неделя” (Mjasopustnaja Nedelja), ovvero “settimana senza carne” poiché, secondo i dettami religiosi, durante la Maslenitsa si possono mangiare i latticini, ma non la carne.

Questa festa, popolare quanto il Carnevale, prevedeva già nei tempi più antichi giochi per bambini ed esibizioni teatrali, benché non vi fosse l’usanza di mascherarsi, sovvertendo l’ordine costituito.

Anche in questo caso la gente aspettava con trepidazione l’arrivo della bella stagione, preparandosi a salutare il gelido inverno che ricopriva di freddo e neve il terreno.

Se a Carnevale è impossibile non assaporare frappe, castagnole e struffoli (ma le ricette e i nomi dei dolci tipici di questa festa variano da regione a regione), durante la Maslenitsa sono i bliny (блины) a farla da padrone.

Si tratta di frittelle fatte con mais o farina di frumento (e non solo; anche in questo caso le
Fantoccio di Maslenitsa (Wikipedia)
ricette possono variare persino da famiglia a famiglia) a cui vengono aggiunti diversi condimenti, dolci o salati (i più celebri sono quelli al caviale).

Come abbiamo detto la Maslenitsa dura una settimana intera e ogni giorno corrisponde a un preciso “rituale” da compiere. Innanzitutto il primo bliny preparato è sempre n onore dei defunti. La prima parte della settimana è dedicata ai giochi, alla loro costruzione sul ghiaccio e alla preparazione dei dolci.

Durante la seconda parte, sempre secondo una rigida scansione degli eventi che si è parzialmente mantenuta nel tempo, amici e parenti si ritrovano per conversare, mangiare e, ovviamente, per il piacere di stare insieme.

I giorni di questa particolare settimana hanno dei nomi diversi dal solito, collegati alle attività e ai riti della Maslenitsa. Vediamoli più da vicino.

Il lunedì viene detto встреча (vstrecha, incontro) ed è il giorno in cui si costruisce il fantoccio di paglia che verrà bruciato la domenica successiva; il martedì, заигрыш (zaigrish, giochi), è dedicato ai divertimenti per bambini, il mercoledì, лакомка (lakomka, ghiottone), è il giorno dedicato ai dolci e al thè nero preparato nei samovar; il giovedì è conosciuto con il nome разгуляй (razguljaj, passeggiata), perché in passato si usava effettuare dei giri su slitte intorno ai villaggi e alle città, per “scacciare l’inverno”; il venerdì, тещины вечера (tjoshniy vechera), la tradizione vuole che le suocere preparino la cena (bliny compresi) ai generi; capire a chi tocchi cucinare il sabato, золовкины посиделки (zolovkiny posidelki, la serata della cognata), è facilmente intuibile dal nome che viene dato a questo giorno.

La domenica di Maslenitsa è il fulcro di tutta la festa. Chiamata in russo прощеный день, (proshchenyj den, giorno del perdono), è la giornata in cui tutti hanno la possibilità di chiedere scusa per le offese arrecate durante l’anno e ricevere il perdono.

In passato si usava anche costruire un fantoccio di paglia che andava bruciato in questo giorno, una sorta di “capro espiatorio” su cui riversare i mali del mondo, tra cui il gelo invernale che non consente alla Terra di donare nutrimento ai suoi figli.

Il fantoccio veniva bruciato sancendo, così, la fine della stagione fredda e l’inizio di un nuovo ciclo (un po’ come accade durante l’Epifania, quando si brucia uno spaventapasseri con le fattezze della Befana).

Oggi ci sono moltissime iniziative che si svolgono nel cuore delle grandi città come Mosca e San Pietroburgo, ma anche i villaggi possono contare su tradizioni molto forti, ancorate alla storia e al carattere del popolo russo. 

Maslenitsa non è solo la settimana in cui gustare i bliny, ma anche il periodo da dedicare alla famiglia e agli amici, per stare vicini, essere allegri e ritrovare la speranza attraverso la rinascita della Terra con i suoi colori e i suoi profumi, dopo un lungo sonno protetto dal silenzio ovattato della neve.


Bibliografia

Bonciani, Romagnoli, Smykunova, “Mir Tesen. Fondamenti di cultura russa”, Hoepli, 2016;